• Pubblicata il
  • Autore: DANIELE S.
  • Categoria: Racconti trans
IN PENSIONE ALLE ISOLE CANARIE – terzo capitolo – Gran Canaria (SPAGNA) - Reggio Calabria Trasgressiva

IN PENSIONE ALLE ISOLE CANARIE – terzo capitolo – Gran Canaria (SPAGNA) - Reggio Calabria Trasgressiva

Le due donne mi spiarono e mi raggiunsero. Chloe si sedette sulla riva facendo sciacquare le gambe, ma sua zia Sofia fu più audace, si tolse i vestiti ed entrò in acqua.
Notai subito che il suo corpo rivelava una figa completamente glabra e le sue tette, enormi rispetto a quelle della nipote, erano grosse e i suoi capezzoloni sporgevano dritti.
Sofia guardò sua nipote e poi mi chiese a bruciapelo cosa pensassi delle transgender. Stupito, risposi che non ne avevo mai frequentata una, che sapevo che sembravano e si comportavano come una vera donna, e che mi sarebbe piaciuto incontrarne una.
Sofia guardò di nuovo Chloe, le disse di spogliarsi del tutto e di avvicinarsi a noi nell'acqua, ma lei scosse la testa e iniziò a piangere. Disse che non sopportava che suo padre l'avesse cacciata di casa solo perchè era una trans.
Allora la zia andò verso di lei, la aiutò a togliersi i bermuda e la maglietta, ma la nipote, entrando in acqua, mise le mani davanti alla figa. Mentre aspettavo che togliesse le mani, sentii Sofia afferrare il mio cazzo e iniziare a massaggiarlo. Solo in quel momento Chloe alzò le mani e mostrò anche il suo. Era ben fatto e di proporzioni medie, non capivo come avevo potuto non accorgermene.
Sofia mi chiese cosa ne pensavo. Io dissi che Chloe era una gran figa, che faceva i migliori pompini e aveva il culo più elastico e disponibile di tutta l'isola di Gran Canaria. Aggiunsi che il suo avere un cazzo era un plus in più con cui giocare. Dissi anche che, sebbene amassi scopare il culo della nipote, ogni tanto mi sarebbe piaciuto avere un po' di figa a disposizione. Lei sorrise e mi strinse il cazzo molto più forte.   
Chloe si immerse in acqua e giocammo tutti e tre per circa un'ora, poi siamo rientrati in casa, ci siamo asciugati e abbiamo preparato il pranzo.
Carico come una molla, chiesi alla zia se avesse una residenza fissa e “obbligatoria”. Rispose di no e le proposi di trasferirsi da noi. 
FINE

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